L'articolo richiama l'attenzione, in un linguaggio piano e accessibile, su un aspetto specifico e non secondario dell'argomento intelligence: l'arruolamento degli uomini destinati a lavorare nelle strutture dei Servizi.
Dopo brevi, generali cenni introduttivi riguardanti l'attività di intelligence, l'Autore sottolinea la particolare importanza rivestita in tale ambito da una accurata selezione del personale, ponendo l'accento soprattutto sull'attenta valutazione delle caratteristiche psicologiche e attitudinali dei futuri agenti.
Ricordati i tre criteri fondamentali, Intelligence Thinking, Intelligence Curiosity, Security Consciusness, cui si fa riferimento per il "reclutamento, l'addestramento e la valutazione operativa degli agenti operativi, nei più importanti servizi di intelligence mondiali", e ribadita la necessità di un monitoraggio non solo iniziale ma costante nel tempo di tutto il personale, si indicano i motivi che impongono, nel giudicare l'idoneità di un soggetto , di verificare la sua saldezza emotiva.
Solamente l'assenza di conflitti nevrotici interni, infatti, può garantire un comportamento equilibrato, privo degli eccessi di "protagonismo, di autoesaltazione, di opportunismo, di onnipotenza, di rivendicazione", tanto lontani dall'immagine di un buon agente segreto quanto pericolosi e infruttuosi per la sua attività.
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